Reggina, brucia la sconfitta

Di Ruggero Rizzi – La sconfitta brucia? La verità è che i risultati fin qui ottenuti della Reggina ci hanno imborghesito a tal punto che non riusciamo ad accettare qualunque cosa stia al di sotto dell’1-0 a favore della squadra dello Stretto. Figuriamoci una sconfitta rimediata in quello che è il proprio santuario.

Chiariamo subito che – al di là del risultato finale – della Reggina di Coppa Italia ci è piaciuto poco. Non è piaciuto, ad esempio, l’atteggiamento quasi supponente posto in essere di fronte ad una squadra che non cercava altro che la “vendetta”, dopo la scoppola ricevuta in casa propria esattamente tre giorni prima. Eppure del Potenza si conoscevano benissimo pregi e difetti, quali fossero i loro punti di forza e quali quelli deboli. E, contrariamente a quanto dichiarato in casa amaranto, i lucani hanno dimostrato con prepotenza, con sfrontatezza, superando i propri limiti tecnici, di tenerci di più al passaggio del turno. Il loro gioco semplice, quasi scolastico, si è rivelato più utile di quello compassato, lezioso e poco produttivo dei calciatori reggini. Si dirà che si è stati anche sfortunati per gli infortuni occorsi e che vi sono state delle sostituzioni forzate, ma è altrettanto vero che già si era sotto nel punteggio, a dimostrazione che la fortuna bisogna anche cercarsela.

Non è piaciuta in qualche elemento della stessa, che parimenti avrebbe dovuto sfruttare la vetrina messagli a disposizione per fare bene o comunque meglio di quanto dimostrato; malgrado ciò, con un calcio raffazzonato, era riuscita nell’intento di riportare in parità l’incontro dopo il doppio svantaggio e che per superficialità e disattenzione è sfuggito via di mano quasi sul filo di lana. Toscano dichiara altro, è ovvio, non può certamente puntare il dito contro i suoi uomini, ma che non sia rimasto contento della prestazione fornita dalla sua squadra appare altrettanto scontato: i panni sporchi vanno lavati in famiglia.

L’occasione era troppo ghiotta per proseguire nel cammino che porta alla finale di Coppa, che da tanto, troppo tempo non vede protagonista la formazione amaranto. Ma non solo. Sarebbe stata la giusta maniera per mettere a tacere gli insulsi ed i beoti, che, ancora oggi, polemizzano su quanto accaduto e visto in terra lucana. Zittire tutti sarebbe dovuta essere la parola d’ordine: una prova di forza e di carattere per proseguire nel proprio cammino, ma anche per evidenziare, una volta di più, il proprio status sociale ai parvenu. Di quelli a cui “corre l’obbligo” di impartire lezioni di educazione, ma che ancora non hanno acquistato le maniere, lo stile e la cultura di questa per loro nuova condizione.

Certamente questa prima battuta d’arresto appare utile per capire che con la presunzione non si va da nessuna parte, nella vita così come nello sport serve equilibrio, consapevolezza dei propri mezzi e doveroso rispetto degli avversari. Una sconfitta che indubbiamente brucia, ma allo stesso tempo si rivela salutare e quasi sicuramente servirà da lezione.

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